Milano - Sanremo 1948Per noi ragazzi di molti decenni fa l’avvenimento sportivo dell’anno era il passaggio della Milano - Sanremo il giorno di San Giuseppe.

Già una settimana prima piazze e piazzette erano segnate con il gesso o le “matite” raccolte alla Volpina. Si tracciava sull’asfalto un percorso ideale irto di curve, con tanto di traguardi parziali, premio della montagna, traguardo finale e in caso di uscita dal percorso le relative penalizzazioni. 5 nostri corridori erano i campioni del tempo rappresentati dalle grette, cioè i tappi di metallo delle bibite che andavamo a questuare nel bar di Rinaldo Agosto nel Borgo di Ovada.

Il giorno della corsa ci si piazzava nei punti strategici: erano Piazza Castello, il Caffè Trieste dove c’era il rifornimento, oppure prima della discesa di “Caruboun”, si andava in prossimità del ponte di Belforte o al primo passaggio a livello sulla ferrovia Ovada - Genova.

Si arrivava di buon mattino e qui cominciava la conquista del paracarro. Da tempo, questi, era già stato prescelto in un punto strategico, nella curva che precedeva un breve rettifilo in salita. Ad ogni auto che spuntava in fondo alla strada subito sul paracarro a fare esercizi di equilibrio per non cadere per terra.

Lungo i bordi della strada una folla paziente attendeva, scrutando su La Gazzetta dello Sport i numeri dei corridori per tenerseli bene a mente quando passavano.

Noi ragazzi eravamo sempre attenti a raccogliere i volantini e gli oggetti che ci venivano lanciati dalle auto pubblicitarie.

Poco prima del passaggio dei corridori transitava Carletto Soldi che, partito un’ora prima da Milano, raccoglieva la sua buona dose di applausi.

Finalmente arrivava il lungo serpentone multicolore con visi segnati dalla fatica, le magliette coperte di fango: un’emozione grandissima!

Poi tutto svaniva e discutendo sulla corsa si tornava a casa dove intanto la mamma aveva preparato i “ferscioi”, il dolce tradizionale di San Giuseppe.

Quindi nel pomeriggio l’orecchio attaccato alla radio del bar per ascoltare l’ordine di arrivo.

Il nome del vincitore entrava nel novero dei campioni ed in suo onore veniva battezzata una nuova gretta che l’anno successivo sarebbe partita per prima nella nostra ingenua e divertente Milano – Sanremo.